Ci sono tanti piccoli attori che, pur annoverando qualche esperienza, non sono riusciti a conquistare la ribalta.
Ecco qualche consiglio per loro, per redigere un buon curriculum e cercare finalmente di sfondare.
L’importanza delle lingue
La conoscenza di una o più lingue straniere è un requisito che ben predispone qualsiasi datore di lavoro, e ovviamente il mestiere dell’attore non fa eccezione.
In questo caso, però, al “parco lingue” tradizionalmente richiesto (inglese, francese etc) se ne aggiungono altre, ben più particolari: i dialetti.
Molti prodotti artistici, infatti, hanno un chiaro richiamo regionale. La produzione teatrale, spesso, si fregia dell’utilizzo di accenti di questo o quel dialetto. La maggior parte dei ruoli da caratterista richiede più di un’inflesione dialettale. Saper padroneggiare più dialetti possibili è dunque un pregio.
Esperienze, formazione, hobby
Il capitolo legato alle esperienze e alla formazione si scrive praticamente da sé. E’ ovvio, e quasi nemmeno degno di menzione, che un attore è tanto avvantaggiato quanto è in grado di dimostrare di aver ricoperto un certo numero di incarichi di qualità o di essersi formato presso una importante scuola di recitazione.
Meno evidente è la necessità di curare anche la parte relativa agli hobby e agli interessi. E’ utile, ad esempio, inserire come interesse qualche attività che può tornare utile nel campo della recitazione, come il ballo o il canto (es. in prospettiva musical). Tutto ciò va inserito anche nel caso in cui queste possibilità siano state elencate anche sotto la voce “capacità personali”.
Anche l’hobby della letteratura è apprezzato, in quanto contribuisce a dare un certo spessore all’attore e lo fa percepire come adatto a ricoprire ruoli di una certa complessità.