Il contratto di collaborazione regola i rapporti tra dipendente e azienda. La collaborazione può essere occasionale, a tempo determinato o continuativa. Ecco come funziona.
Cos’è
Il contratto di collaborazione è una scrittura privata tra datore di lavoro e dipendente. Il contratto stabilisce tutti gli accordi presi, come:
- Cosa deve fare il lavoratore.
- Per quanto tempo e in quale sede.
- Come e quanto sarà pagato.
- Come le due parti si regolano per le trasferte.
- Come ci si organizza per i contributi e per la maturazione del TFR.
- Come si regolano i compensi in caso di malattia o maternità.
- Cosa succede se gli obblighi non vengono rispettati dal lavoratore.
Il contratto di collaborazione è cambiato leggermente con la riforma del Jobs Act, diventando importante per gli ex Cococo e per i lavoratori che prestano la loro opera con i voucher e la collaborazione occasionale.
Come funziona
Le due parti inseriscono i propri dati. L’azienda, ovviamente, oltre alla partita Iva e la sede, deve indicare il responsabile, che andrà poi a firmare il tutto. Il lavoratore, invece, indica semplicemente i propri dati personali e la disponibilità lavorativa.
A questo punto, si stipulano tutti i dettagli dell’accordo. Ogni dettaglio è definito da un punto relativo. Il contratto di collaborazione viene poi stampato in due copie, letto insieme e sottoscritto da entrambe le parti.
Una andrà al lavoratore e l’altra al datore di lavoro. Il contratto sarà valido in sede legale e darà la possibilità alle parti di difendersi in caso di problemi. Il contratto di collaborazione di solito è unico e va conservato anche dopo il termine della collaborazione.
Il contratto si può rinnovare nel caso in cui si parli di lavoratori a tempo, oppure occasionali, ma in questo caso sarà necessario un secondo contratto per poter riprendere a lavorare con lo stesso datore di lavoro.