Con la crisi che continua a mordere la nostra penisola, il 2013 potrebbe davvero trasformarsi nell’anno della consacrazione definitiva della cittadinanza europea, almeno sul piano lavorativo.
Spinti dalla necessità, ma anche dalla voglia di affermarsi, decine di migliaia di giovani hanno già abbandonato il nostro paese muovendosi verso lidi lavorativamente più appropriati. Inghilterra e Germania, ma non solo, perché con la convergenza di leggi e diritti su base europea le scelte sembrano essere davvero molte.
Come scegliere la destinazione più appropriata?
Cerchiamo di aiutarvi in pochi pratici passi.
1. Le lingue conosciute
Pensare di recarsi in un paese senza alcuna conoscenza della lingua parlata a destinazione è una cosa semplicemente da fuori di testa. Fatta eccezione per realtà lavorative dove l’inglese è più che sufficiente, prepararsi in anticipo a parlare la lingua del paese dove vorremmo lavorare è una condizione necessaria (ma non sufficiente) per prepararsi a trovare lavoro all’estero.
2. Le competenze informatiche
Viviamo in un paese, l’Italia, che sotto il profilo digitale vive ancora nel giurassico. Bene, sappiate che nelle realtà economiche evolute è praticamente impossibile trovare lavoro senza solide basi informatiche. Non parlo di programmazione o temi avanzati, ma almeno della possibilità di utilizzare proficuamente il pacchetto Office e i più diffusi sistemi operativi. Nel campo dei servizi tutto viene prodotto e commerciato in via telematica. Presentarsi ad un colloquio senza solide basi vuol dire vedersi indicare la porta immediatamente. Se il computer non è il vostro forte è forse il caso di frequentare qualche corso, magari evitando i costosissimi corsi di preparazione al patentino europeo del computer. Ce ne sono di ottimi anche nelle province più piccole, basta sapere dove cercare.
3. Un appoggio può essere fondamentale
E’ bello riuscire a farcela da soli, magari trovando lavoro senza chiedere aiuto a nessuno. Se però godete di un appoggio nel paese dove vorreste lavorare non esitate a chiedere aiuto. No, non stiamo parlando delle italianissime raccomandazioni, ma di consigli sul dove vivere, su quali città scandagliare, su quali settori concentrarsi per portare a casa un posto di lavoro soddisfacente sul piano personale e ben remunerato. L’esperienza di chi è andato prima di voi vi eviterà tanti mal di testa, e vi spianerà una strada che per qualcuno è semplicemente troppo in salita.
4. Le comunità di italiani all’estero
La vulgata vorrebbe gli italiani uniti solo per i mondiali di calcio. Chi vi scrive vive invece all’estero e può dirvi con assoluta certezza che gli italiani tendenzialmente si vogliono bene. Controllate attraverso un motore di ricerca la presenza di comunità di italiani organizzate nella vostra destinazione. Spesso hanno gli agganci giusti e sono comunque generosi nel distribuire consigli che sicuramente allieteranno il vostro soggiorno lavorativo all’estero.
5. Prepararsi a stringere i denti
Vivere lontano dai propri affetti e dai propri amici non è una cosa che fa per tutti. Con il tempo ci si abitua, anche se i primi periodi sono davvero duri. Preparatevi a qualche mese in solitudine, dove potrete trovare conforto solo dedicandovi a crearvi una nuova realtà sociale, che si spera riuscirà a soddisfare il vostro bisogno di socialità allo stesso modo in cui era soddisfatto in Italia. Niente che non si può superare, ma la barriera emotiva può essere importante.
6. La scelta giusta
Per migliaia di neo-laureati muoversi all’estero è stata indubbiamente la scelta giusta. Nuovi stimoli, realtà lavorative soddisfacenti e più in generale una vita assolutamente nuova sotto ogni punto di vista. Questo è quello che un’esperienza lavorativa all’estero può regalarvi. E perché no, magari potreste rimanere nel paese che avete scelto per sempre. E’ capitato a tanti di noi, compreso chi sta redigendo questo articolo. Forza e coraggio, se il mercato del lavoro nazionale vi asfissia, la felicità potrebbe essere ad un paio di ore di volo.