Come scrivere un curriculum per lavorare da Piazza Italia

Piazza Italia è uno dei marchi di abbigliamento più famosi del nostro paese.

E’ un’azienda solida e, anzi, in forte crescita, sicché non stupisce che un numero sempre maggiore di persone vogliano lavorarci.

Farsi assumere, causa anche l’alta concorrenza che contraddistingue questo periodo, non è semplice. Ecco come redigere un curriculum adatto per l’occasione.

Piazza Italia e le offerte di lavoro

Come molti siti aziendali, anche quello di Piazza Italia offre una pagina dedicata al mondo del lavoro. Il nome è quello classico: “Lavora con noi“. E’ quindi questo il punto di riferimento.

Cosa dice la sezione “Lavora con noi?” Essa si concentra sulla parte più importante: elencare le offerte di lavoro dell’azienda. Queste sono soprattutto in Campania – dopotutto la sede di Piazza Italia è a Nola, in provincia di Napoli.

La maggior parte delle posizioni sono per Store Manager, un termine complicato per indicare, molto banalmente, il responsabile di negozio. Generalmente è un commesso che ha fatto carriera. Il suo compito è quello di vigilare che i commessi trattino i clienti con efficienza e rispetto e, laddove fosse chiamato direttamente in causa, fidelizzare il consumatore.

Cosa scrivere nel curriculum

Il curriculum dovrebbe far emergere le caratteristiche tipiche del buon store manager e, ovviamente, le competenze che lo contraddistinguono.

Tra queste spiccano le doti dialettiche ma anche qualità personali come l’affabilità e la gentilezza. Nondimeno, nel curriculum dovrebbero essere inserite le esperienze da commesso. Come specificato nel paragrafo precedente, lo store manager è quasi sempre un ex-commesso, quindi esperienze di questo tipo rappresentano una conditio sine qua non.

E’ importante, infine, dimostrarsi aderenti ai valori aziendali. E’ un requisito tipico di tutte le grandi aziende o le catene di un certa importanza. A tal proposito, è utile visitare il sito di Piazza Italia e farsi un’idea tanto della missione quanto dei valori che sono, principalmente, il vantaggio di costo e l’amore per i Made in Italy.