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Persi 1.000.000 di posti di lavoro: ma con un buon CV c’è ancora speranza

lavoro perditaI dati della crisi sono impietosi. Dall’inizio delle danze sono stati persi infatti circa 1.000.000 di posti di lavoro, cifra enorme per un’economia ancora in seria sofferenza come quella italiana. Una situazione che getta nello sconforto non solo chi ha perso il posto di lavoro, ma anche chi sta cercando di ottenere il primo della sua carriera lavorativa.

I settori in più aperta sofferenza sono quelli che conoscono tutti: edilizia e industria pesante, con la prima fermata praticamente dalla crisi del credito, e la seconda che invece sembra soffrire sempre di più il miglioramento tecnologico delle industrie dei paesi emergenti.

C’è ancora speranza però per chi, con un buon percorso scolastico alle spalle, si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro? Sembrerebbe di, a patto di voler vedere il bicchiere mezzo vuoto.

Chi è qualificato riesce a lavorare

Non parliamo ovviamente solo di qualifiche “sul pezzo di carta”, ma di autentica possibilità di offrire un valore aggiunto alle imprese. A contare non è più soltanto il percorso scolastico, ma soprattutto la formazione extra-scolastica.

Stage all’estero, conoscenza delle lingue straniere, partecipazione a progetti di volontariato civile sono tutti passi ottimi nella direzione dell’ottenimento di un buon posto di lavoro.

Si tratta infatti di mansioni che, seppur non retribuite, riescono da un lato a formare professionalmente l’individuo, e dall’altro a dimostrare, in modo inequivocabile, al datore di lavoro una vostra capacità nel lavorare di squadra e raggiungere obiettivi.

Cambia la formazione: non basta il pezzo di carta

Il paese del Bengodi di qualche anno fa, dove avere la laurea era requisito necessario (ma anche sufficiente) per trovare un buon posto di lavoro, non esiste più.

Al suo posto un paese che, per emergere dalla crisi, si affida alla cultura del fare e saper fare. Quindi meglio orientarsi verso formazioni complementari alla laurea, possibilmente di tipo pratico, che possano formare non solo una figura professionale che sappia tante cose, ma che possa metterle in pratica senza alcun tipo di problema, diventando un vero valore aggiunto per aziende che si trovano a combattere in mercati sempre più competitivi.

Siamo davanti ad una svolta epocale, e chi non vuole rimanere a casa senza stipendio non potrà che adeguarsi, in attesa che quella che viene ritenuta la panacea di tutti i mail, il Jobs Act, venga finalmente alla luce e metta un po’ di ordine in un mercato del lavoro assolutamente inefficiente come quello italiano, vero punto di criticità della nostra economia.

 

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