Dopo la laurea, viene lo stage. E’ questa la trafila che molti giovani si aspettano di seguire. Peccato che, di questi tempi, non sia affatto facile essere assunti come stagista.
Gli aspiranti lavoratori sono tantissimi e le offerte sono poche. Ecco qualche consiglio per preparare un buon curriculum ed emergere.
Le qualità del buon stagista
La regola aurea è sempre la stessa. Il curriculum deve “parlare” per il candidato. Da quelle poche pagine, magari schematizzate come esige il modello europeo, deve emergere che il candidato è adatto al ruolo offerto.
Per “adatto”, in questo specifico caso si intende il possesso di certe qualità.
La prima di queste è l’obbedienza. Può sembrare strano ma non lo è. Lo stagista è – brutto dirlo ma è così – è l’ultima ruota del carro. Deve imparare e deve seguire perfettamente le direttive di chi sta sopra di lui, specialmente quelle dell’eventuale tutor.
A lui non è concesso fare di testa sua, a meno che non gli sia specificatamente richiesto.
La seconda qualità procede dalla prima ed è la disponibilità a imparare. In effetti, il senso dello stage è proprio questo. La traduzione in italiano è tirocinio, e già questo sarebbe sufficiente a spiegare il tutto. In generale, il candidato deve dare una sensazione di umiltà.
Infine, conta tantissimo anche l’esperienza. Lo stage pesa poco dal punto di vista fiscale, ma ha come malus la presuntiva mancanza di esperienza del lavoratori. Quando invece l’esperienza è presente, il datore prende i classici due piccioni con una fava.
Come presentare il curriculum
In un curriculum contano i contenuti ma anche come viene presentato. Una presentazione “brillante” è senz’altro segnale di intelligenza, ma occorre andarci piano. E’ consigliabile una certa arbitrarietà in quanto a stile grafico solo se l’azienda presenta profili di informalità.
In questo caso, il candidato è in possesso di un metodo per emegere nel mare magnum di aspiranti lavoratori.